La crescita del Paese Italia richiede misure e normative che favoriscano la produzione dei beni in Italia e scoraggino la facile importazione da paesi a basso costo del lavoro. Solo l’aumento del PIL (Prodotto Interno Lordo) può mantenere il livello di servizi e di benessere usuale, mentre la importazione di beni con la chiusura o delocalizzazione delle fabbriche non consente il mantenimento del tenore di vita delle famiglie. La classe politica appare del tutto inadeguata ed i poteri forti, interessati ai facili guadagni, preferiscono “svendere” il sistema Italia rendendo difficile la produzione nazionale per favorire la facile importazione. La politica industriale del Paese appare in mano agli importatori più che ai produttori. La diminuzione del PIL impone la riduzione dei servizi (spending review), ma occorre far crescere la produzione interna se si vuole rilanciare l’economia e ridare vitalità al Paese. In definitiva occorre “indignarsi” ed “impegnarsi” per ottenere il necessario ricambio della guida del paese ai vari livelli.
ho lettyo l'anteprima e udito l'intervista. Concordo perfettamente con quanto l'Autore dice, ma vorrei aggiungere che, secondo me e me ne dispiace moltissimo, qualsiasi cosa noi faremo potremo forse vincere qualche battaglia ma la guerra la perderemo! Non è pessimismo ma constatazione.