
Tommaso Serio, detto Tommy, era nato tra le vette silenziose del Trentino, dove il cielo sembrava dipingere ogni sorriso con pennellate di luce. Da bambino, osservava suo nonno intagliare il legno: piccoli burattini dai visi eternamente lieti, capaci di trasmettere un’emozione anche quando il cuore non aveva voglia di farlo. Fu proprio suo nonno a dirgli una frase che gli sarebbe rimasta impressa per sempre: “Il sorriso non è solo per chi lo indossa, è per chi lo guarda.” Crescendo, Tommy capì che quel sorriso poteva essere trovato ovunque: nel volto di uno sconosciuto, nel dettaglio nascosto di un’opera d’arte, o persino tra le pagine di un vecchio libro dimenticato. Non era una maschera: era uno scudo, un’arma sottile contro la fatica e la paura. Decise allora che la sua vita sarebbe stata dedicata a una missione: fabbricare sorrisi, non solo per sé ma per chiunque ne avesse bisogno. Tutto sembrava andare secondo i suoi piani finché non incontrò Clara Sella, una ragazza di un piccolo paese sospeso sopra il Lago di Garda, dove il confine tra sogno e realtà sembrava sfumare con le onde dell’acqua. Clara non era come le altre persone che Tommy aveva conosciuto: il suo sorriso, fragile e sfuggente, sembrava nascondere un mondo di ferite e segreti. Tommy si innamorò di lei quasi senza accorgersene, ma Clara non era un libro facile da leggere. Per ogni momento di complicità, c’era uno scontro che li divideva. Nonostante ciò, la determinazione di Tommy crebbe: avrebbe trovato il sorriso più bello del mondo, il sorriso perfetto, e lo avrebbe donato a lei attraverso un viaggio.