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Via Pantalica

 
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Via Pantalica è una strada del quartiere popolare di Borgo Nuovo, alla periferia di Palermo. Ma è anche la strada di tutte le periferie del mondo, lungo cui s’incrociano le storie dei suoi residenti, deportati dal centro storico cittadino diruto e abbandonato sin dall’ultima guerra. In un arco temporale di quindici anni (1960-1975), partendo dalla fondazione del quartiere, prendono corpo in forma autobiografica i racconti di vita quotidiana dei primi assegnatari degli alloggi, che iniziano a popolare il nuovo organismo edilizio del Borgo. Inizia così a instaurarsi un rapporto simbiotico con la New Town che per il suo isolamento e la mancanza di strutture, riesce alla fine a forgiare il carattere dei protagonisti, che nonostante le difficoltà economiche e ambientali, rimangono comunque ancorati ai valori della famiglia e del lavoro. Il quartiere appare alla fine assumere la forma di un grosso contenitore di memoria capace di custodire e preservare quei valori, oggi sempre più minacciati dal disagio sociale e dal degrado strutturale delle periferie.

"Via Pantalica è una strada del quartiere popolare di Borgo Nuovo, alla periferia di Palermo. Ma è anche la strada di tutte le periferie del mondo..." così avverte l'autore nella premessa del suo racconto, Via Pantalica, appunto. Assolutamente d'accordo con l'autore, immagino che un ipotetico lettore di Bangkok, Dheli o Tunisi potrebbe anche oggi ritrovare qualcosa di stranamente familiare e attuale nei fatti, storie e personaggi narrati. Piccole ordinarie storie di gente di borgata, che l'autore vive da bambino e adolescente tra i 60 e i 70 del secolo scorso, così uniche e irripetibili in tutto, posseggono al contempo qualcosa di universale e tuttora vivo in tutte le realtà di periferia. Altrettanto degna di nota è la maestria nel mescolare i tempi della narrazione. In quale tempo mi trovo, in compagnia dell'autore, scolaretto delle elementari, che con i compagni e la maestra Rosalia marcia in fila lungo viale Piazza Armerina, "con il volto sfregiato dalle cicatrici dei binari di un tram.."? Come nei sogni, ripresomi dallo stordimento, devo concludere che mi trovo contemporaneamente nel presente e nel passato. A differenza di un altro memorabile libro di alcuni anni fa sulla Palermo marginale (Il mondo è degli sconosciuti, di Salvo Licata, che nel repertorio delle varie storie si poneva alla giusta distanza di cronista quale era), qui l'autore è dentro le vicende, le vite dei personaggi sono parte delle sue memorie e si animano a partire da esse, elaborate con una vena di bonaria ironia, che è poi la maniera migliore per resistere e trovare persino divertenti aspetti del quotidiano non proprio facili da digerire. Che questo breve e magico racconto sia dunque di buon auspicio ai giovani di tutte le periferie del mondo, che possano conservare il coraggio di comprendere, migliorarsi, e riscattare sé stessi e la loro gente. P.S. L'Autore è da molti anni Console Onorario del Bangladesh e figura di riferimento della nutrita comunità bengalese di Palermo. Ognuno è libero di fare le proprie congetture.

Compagno Umbertino [16/08/2022]

L'autore, una bellissima penna capace di suscitare emozioni profonde e vere, ci trascina nel mondo difficile di via Pantalica con gli occhi di un ragazzino intelligente troppo presto privato del padre ...un libro commovente ma senza nessuna sbavatura ...non un testo strappalacrime e non un trattato di sociologia ...le durezze si fondono nel cuore smarrito di un ragazzino un po' diverso ...sorprende la capacità di descrivere anima e ambienti, con uno spiraglio di sogno nella consapevolezza di realtà amare e complesse . Ci sono pagine che lasciano di stucco ...la descrizione dell'amore fra il padre e la madre ,che ballano sognando folli l'uno dell’ altro tra le macerie della guerra ...non si riesce a dimenticare ...la capacità di costruire "narrazioni interiori " di grande freschezza e suggestione, con una prosa sintetica, spesso in stile nominale. Utilizza a volte il dialetto siciliano con eleganza, senza pesantezze, il tocco sintetico che riesce con pochissime pennellate a dire tutto e di più ...lasciandoci dentro non solo il mondo di ieri ma qualcosa di oggi. Il flusso di coscienza discreto ci lascia immaginare, dietro alla rievocazione del passato, un presente spesso non del tutto risolto. Il lato oscuro della luna, la morte improvvisa del padre, sembrano essere ancora presenti nell'anima dell'autore ...così come il ricordo di tanto indimenticabili personaggi dalle vite spezzate ...che mai riuscirono a far uscire i loro piccoli grandi sogni da Via Pantalica.

Rita Saccone [11/01/2022]

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